Data pubblicazione: 7-apr-2021

«…cioè…per…per fare arrivare i treni in orario, però, se vogliamo, mica c’era bisogno di farlo capo del Governo, bastava farlo capostazione, no? I treni arrivavano uguale.»(1)

Con questa battuta, Camillo Pianese (Massimo Troisi), protagonista del film Le vie del Signore sono finite, suscita l’imbarazzo dei commensali; viene denunciato, picchiato e incarcerato per antifascismo. Ebbene, in questa parte Troisi non fa altro che raccontare un fatto storico reale: nel 1925 viene introdotto in Italia il reato di “offesa al Duce”, con tanto di multa e reclusione per un periodo crescente in base alla gravità del fatto. Parliamo di un uomo che, per usare le parole di Scurati, «…annuisce con il capo a ciò che lui stesso ha detto.»(2)

Quella dei treni sempre in orario è solo una delle numerose balle sul fascismo che circolano più o meno sottotraccia nella narrazione storica del Paese. Ne abbiamo iniziato a parlare nel capitolo introduttivo di Direzione 25, ma questa settimana torniamo sull’argomento facendoci aiutare da un testo fondamentale dello storico Francesco Filippi: MUSSOLINI HA FATTO ANCHE COSE BUONE – Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo (3). L’autore, nelle pagine di questo libro, punta il faro sulle fake news che circolano da molto, troppo tempo, sull’operato di Mussolini e compagnia, dimostrando con dati precisi come queste il più delle volte siano state costruite dal fascismo stesso, finendo per sopravvivergli e, addirittura, per trovare una vera e propria cassa di risonanza nei moderni mezzi di comunicazione.

Sulla questione delle false notizie, fa notare Filippi, si era già soffermato Marc Bloch, il quale sosteneva che, perché queste sopravvivano, è necessario che trovino un terreno fertile.(4)  Probabilmente un vuoto, come dicevamo sempre nel capitolo introduttivo.

Filippi, insomma, ribatte colpo su colpo alle bufale più diffuse sul periodo più buio della storia d’Italia, dando luogo a un vero e proprio prontuario dell’antifascismo, tanto, ma tanto utile, oltre che cristallino nella disposizione e nell’esposizione. Vediamone qualche passaggio.

«Mussolini ci ha dato le pensioni!»: FALSO

Il sistema pensionistico in Italia risale al 1895, Crispi capo del Governo. Il fascismo abolisce il Ministero del Lavoro e della Previdenza, affida il sistema pensionistico prima alla Cassa Nazionale e poi all’INFPS, dove la F sta per “Fascista”. Di fatto mette nelle mani del PNF la previdenza, così da poterne attingere alla bisogna.

«…e la tredicesima?»

Solo agli impiegati nel settore industriale, in un contratto collettivo nazionale che imponeva due ore di lavoro in più al giorno «per particolari mansioni», oltre le dieci già previste.

«Mussolini ha bonificato le paludi»: FALSO

Questa è una delle fake news più diffuse, proprio perché su di essa la propaganda fascista aveva già insistito molto all’epoca. Filippi ci dà tutti i dati, qui ne citiamo solo uno: promessi otto milioni di ettari di terreni bonificati, si arriva a quattro milioni, di cui due vengono portati a termine; di questi due, uno e mezzo era già stato bonificato dai precedenti governi, entro il 1922. Risultato: solo il 6% di quanto promesso viene realizzato, lasciando per di più all’iniziativa privata il compito di mettere a coltura.

«E’ stato il primo che ha pensato davvero alle donne!»: ???

E già, circola anche questa. Peccato che i fatti dicano qualcosa di leggermente diverso. Ha pensato, sì, ma alle madri, quindi alle donne come incubatrici della Patria. Qualche esempio, vista l’affermazione forte. Nel 1925 viene concesso alle donne il voto alle amministrative, ma solo se «madri e mogli di caduti per la patria, medagliate, che possedessero la patria potestà e sapessero leggere e scrivere, che possedessero la licenza elementare o che avessero una quota di contribuzione erariale locale superiore alle 100 lire annue», l’età minima era di venticinque anni. Nel 1926 le amministrative vengono abolite. Le donne non hanno fatto in tempo a votare (gli uomini non possono farlo più).

Le donne vengono escluse dall’insegnamento di materie scientifiche negli istituti tecnici, da quello di lettere e filosofia nei licei (cuore della riforma Gentile). Nelle aziende con meno di dieci dipendenti era fatto divieto di avere personale femminile. Ma c’è di peggio, nel testo.

E poi la solita storia del solo errore della guerra con Hitler, come se il regime fascista non ne avesse fatte altre prima; la questione della legalità; quella del razzismo, con le leggi razziali emanate solo per seguire il suo collega nazista, come se in Etiopia non si fosse bombardata la Croce Rossa (!) per evitare denunce internazionali per l’uso dell’iprite e come se già dalla presa di Addis Abeba non ci fossero due sistemi di giustizia paralleli, uno per i bianchi e uno per i neri: il ’38 era lontano, ancora.

Francesco Filippi ci guida nella selva delle frasi fatte a cui, ammettiamolo, non sempre siamo in grado di rispondere con precisione. Perché non basta sempre rispondere alla frase “ha fatto anche cose buone” con la contrapposizione un po’ vaga delle cose cattive. Meglio farsi trovare pronti e adesso, con questo libro, lo strumento lo abbiamo.

Recensione di Giuseppe Virone

P.S.

Consigliato come regalo per amici e conoscenti che non sono fascisti, però…

FRANCESCO FILIPPI (1981) è storico della mentalità e formatore presso l’Associazione di Promozione Sociale Deina, che organizza viaggi di memoria e percorsi formativi in tutta Italia. Collabora alla stesura di manuali e percorsi educativi sui temi del rapporto tra memoria e presente.

(1) Le vie del Signore sono finite, regia di M. Troisi, 1987

(2) Scurati, A., M il figlio del secolo, Bompiani, Milano 2018.

(3) Interessante la prefazione di Carlo Greppi, che passa in rassegna anche diverse rappresentazioni del fascismo in chiave critica dei nostri giorni.

(4) Bloch, M., La guerra e le false notizie, ricordi (1914-1915) e riflessioni (1921), Donzelli, Roma 2004.

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