25 aprile: Festa della Liberazione, pilastro fondante della Repubblica democratica e antifascista

Data pubblicazione: 23 aprile 2023

Lo storico Giovanni De Luna scrive: “La memoria pubblica è un patto in cui ci si accorda su cosa tenere e cosa lasciar cadere degli eventi del nostro passato”1. Il 25 aprile, Festa della Liberazione, è uno dei pilastri fondanti della nostra Repubblica, democratica e antifascista.

1 De Luna, G. La Repubblica del dolore. Le memorie di un’Italia divisa. Feltrinelli Editore, 2010.

Liberazione da chi?

Nonostante i continui attacchi alla memoria della Resistenza da parte degli eredi di chi nel 1945 fu sconfitto (se servisse specificarlo: i fascisti), il 25 aprile si celebra la Festa della Liberazione dal regime fascista e dall’occupazione nazista della penisola. Come ogni commemorazione, il 25 aprile non è che una data simbolica, cioè il giorno in cui gli Alleati sfondarono la linea Gotica e il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l’Insurrezione generale. Risuonano ancora le parole di Sandro Pertini con cui venne proclamato lo sciopero generale di Milano: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine”. L’ultima settimana d’aprile fu una grande festa di popolo, che se da un lato gettò le basi per la stesura della Costituzione da parte delle forze antifasciste e la proclamazione della Repubblica, dall’altro rappresentò anche l’inizio di un percorso travagliato e mai concluso di resa dei conti con il fascismo e i fascisti.

E oggi?

Ma il 25 aprile parla non sono dello “ieri”, si rivolge anche all’oggi: non è solo la commemorazione, necessaria, di un evento che 78 anni fa fondò la nostra Repubblica. Il 25 aprile è soprattutto un momento di festa, di partecipazione popolare e di riflessione per riaffermare quelli che sono i valori condivisi della nostra comunità: la libertà e la lotta contro ogni forma di violenza e discriminazione nel mondo di oggi.

Perché la democrazia è un costante lavoro da compiere insieme.

Che ogni 25 aprile sia un piccolo passo verso la difficile resa dei conti con la parte peggiore di noi, che ancora rimane, latente, ma pronta a manifestarsi: come le continue esternazioni di politici che nonostante abbiano giurato sulla nostra Costituzione (che sì! E' antifascista) cercano di riscrivere la storia, come hanno fatto per esempio con Via Rasella, con la sostituzione etnica, con il silenzio per il pestaggio fascista a Firenze e la minaccia di sanzioni alla preside che ha solo sottolineato fatti storici, come nel nel caso dei ripetuti attacchi di matrice apertamente neofascista alla sede nazionale della CGIL nel 2021 e alle sedi locali a Brescia e Milano, come il vile striscione esposto un mese fa davanti alla casa della memoria di Milano, altra gravissima provocazione neofascista dopo Padova e Brescia nei confronti dell’Anpi.

E oggi? Oggi dobbiamo ringraziare il nostro presidente Sergio Mattarella che ha scelto il campo di sterminio di Auschwitz per la risposta a questo tentativo di revisionismo storico della Destra italiana. Il nostro Presidente si pone come argine istituzionale al tentativo dei post fascisti di riscrivere la Storia, criminalizzare i partigiani, tentare di minare alle fondamenta la Repubblica nata dalla Resistenza.

Il presidente Mattarella ha voluto rimettere la Storia nella sua giusta prospettiva, ha ricordato chi furono i colpevoli e i complici. Ha infatti  detto: “Bisogna fare memoria dei milioni di cittadini assassinati da un regime sanguinario come quello nazista che, con la complicità dei regimi fascisti europei che consegnarono i propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine atroce contro l’umanità”.

GRAZIE PRESIDENTE!

Se la battaglia contro il fascismo è stata vinta, purtroppo il neofascismo è ancora da estirpare. Una battaglia che speriamo porti anche alla messa al bando di tutte quelle organizzazioni, la cui sola esistenza è di per sé incostituzionale, che si identificano in un progetto di società chiusa, violenta e discriminatoria.

Che ogni 25 aprile ci ricordi da che parte stare e che sia un monito per le nostre azioni quotidiane. Come risuona nella canzone partigiana “Oltre il ponte”  “L’eroismo non è sovrumano”, ognuno di noi può e deve continuare a compiere quei piccoli - e grandi - gesti antifascisti in nome della libertà.

E per non dimenticare vi segnaliamo l’articolo che abbiamo pubblicato nel 2019 con le lettere dei condannati a morte della resistenza e “Noi Partigiani. Memoriale della resistenza italiana” dove è possibile ascoltare le testimonianze delle partigiane e dei partigiani italiani, in un prezioso deposito di storie di vita, che diventano memoria e insegnamenti.