Concorso ordinario scuola primaria e dell’infanzia: pubblicato il regolamento in Gazzetta Ufficiale.
Data pubblicazione: 9-mag-2019 7.31.52
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 maggio (Serie Generale, n. 160/2019) il Decreto ministeriale 327 del 9 aprile 2019 con il regolamento, comprensivo di programmi e prove, del concorso ordinario per la scuola primaria e dell’infanzia.
Sul sito del Ministero dell’Istruzione sono stati successivamente pubblicati il regolamento stesso e: DM 328/19 (tabella di valutazione), DM 329/19 (requisiti componenti commissioni), OM 330/19 (formazione commissioni).
Il concorso ordinario prevede:
una prova pre-selettiva computer-based, che verrà prevista solo nei casi in cui a livello regionale il numero dei candidati sia superiore di tre volte il numero dei posti messi a concorso;
una prova scritta della durata di 180 minuti composta da tre quesiti:
per i posti comuni, due quesiti aperti che valutano conoscenze e competenze didattiche in relazione alle discipline insegnate nella scuola primaria e ai campi di esperienza nella scuola dell’infanzia
per i posti di sostegno, due aperti inerenti le metodologie didattiche da applicarsi alle diverse tipologie di disabilità e le procedure volte all’inclusione
sia per posti comuni che per sostegno, un quesito a risposta chiusa con 8 domande volto a verificare la comprensione in lingua inglese almeno al livello B2 del Quadro comune Europeo di riferimento per le lingue;
una prova orale, distinta per posti comuni e sostegno, con una durata di 30 minuti, che consiste nella progettazione di un’attività didattica, con l’illustrazione delle scelte contenutistiche, didattiche, metodologiche ed esempi di uso delle TIC. È previsto anche l’accertamento della conoscenza della lingua inglese.
Punteggi: le commissioni avranno a disposizione 100 punti, 40 per le prove scritte, 40 per l’orale e 20 per i titoli. Nella tabella di valutazione dei titoli non sono previsti titoli di servizio.
Il concorso, pur nelle sue criticità, traccia le caratteristiche del sistema di reclutamento a regime, ma non dà una risposta al problema delle tante cattedre scoperte che avremo il 1 settembre anche per effetto dei pensionamenti di “quota 100”. La stessa vertenza dei diplomati magistrali è a oggi tutt’altro che risolta: molte sentenze potrebbero arrivare anche nel corso del nuovo anno scolastico e manca qualsiasi misura politica volta ad affrontare questo problema.