75° Anniversario della Liberazione

Data pubblicazione: 23-apr-2020 10.08.51

  L'Italia Liberata

Tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono

sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano

(Calvino, I sentieri dei nidi di ragno, 1947, p.110)

Il 25 Aprile di settantacinque anni fa, il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia (CLNAI) ordina l’insurrezione generale. A Milano, città in sciopero, si riversano i partigiani che combattevano nelle zone circostanti: i soldati della Germania nazista e della repubblica di Salò iniziano la ritirata. L’Italia è libera.

Fu il governo provvisorio di Alcide De Gasperi, un anno più tardi, a stabilire che il 25 aprile diventasse una celebrazione ufficiale d’Italia. La festa venne fissata in modo definitivo con la legge n.269 del maggio 1949. In un periodo così difficile per il nostro Paese, questa giornata può rappresentare un’occasione di riflessione. Nonostante l’impossibilità di scendere in piazza e di partecipare tutti insieme alle celebrazioni ufficiali per l’anniversario della Liberazione, è nostro dovere civico quello di ritagliarci qualche momento per approfondire il significato del 25 aprile, tanto per la storia d’Italia, quanto per la sua valenza simbolica sulla nostra identità. Come è noto, la memoria del 25 aprile da troppi anni si è ridotta ad essere solo un terreno di battaglia per sterili contrapposizioni tra tifoserie di partito. Come può una festa che celebra la fine di una dittatura, trasformarsi in un momento di divisone culturale e politica? Uno dei motivi principali risiede nel fatto che la Resistenza è stata anche una guerra civile. Se abbandoniamo bonarie semplificazioni e colpevoli revisionismi storici, essa assume i caratteri di un evento estremamente complesso, in cui si trovavano a confronto due modelli di civiltà: chi combatteva per una società libera, una società di eguali da una parte, e chi difendeva la dittatura fascista dall’altra, proponendo una società di odio, discriminazione e pretese di supremazia di un popolo sugli altri con la forza delle armi.

Affrontare questa complessità è tanto necessario, quanto doloroso, poiché impone di riaprire i conti con il nostro passato. Ci ritroveremo ad ammettere, tra le altre cose, che la nostra è stata anche la storia di una parte d’Italia affascinata, soggiogata e plasmata dall’ideologia fascista. Il 25 aprile deve rappresentare il promemoria della sconfitta di quell’Italia.

Questa data è patrimonio comune di tutti gli italiani antifascisti, una festa democratica che stabilisce un semplice dato di fatto: chi difendeva una dittatura non può - e non deve - essere paragonato a chi l’ha combattuta.

Proprio perché una certa parte politica - erede di quel fascismo che non è stato condannato come avrebbe dovuto - tende a sminuire l’importanza delle nostre radici democratiche, il 25 aprile assume oggi un ruolo ancora più importante nel nostro Paese. Esso deve ergersi a simbolo di Resistenza per tutte le sfide che dobbiamo fronteggiare ancora oggi, perché la lotta per la libertà e per i diritti di tutti gli oppressi, non è ancora stata vinta.

Se il fascismo è un fenomeno storico, delimitato nello spazio e nel tempo, tuttavia non possiamo sottovalutare la presa che il fanatismo dell’odio ha ancora oggi nelle nostre società. Rifiutare di considerare questa data come simbolo dell’Italia è una presa di posizione precisa: significa lasciare spazio a quel fascismo a cui troppo spesso si da voce - e contro cui dobbiamo resistere ogni giorno.

Un film: C’eravamo tanto amati (Scola, 1973)

Un libro: Una questione privata (Fenoglio, 1963)

Una canzone: Oltre il ponte (MCR, 2005)

Il 25 aprile il Paese intero canti Bella Ciao, c’è bisogno di speranza e unità

’Italia ha bisogno, oggi più che mai, di speranza, di unità, di radici che sappiano offrire la forza e la tenacia per poter scorgere

un orizzonte di liberazione. Il 25 aprile arriva con una preziosa puntualità. Arrivano le partigiane e i partigiani, il valore altissimo della loro memoria. L’ANPI chiama il Paese intero a celebrarlo come una risorsa di rinascita. Di sana e robusta rinascita. Quest’anno non potremo scendere in piazza ma non ci fermeremo. Il 25 aprile alle ore 15, l’ora in cui ogni anno parte a Milano il grande corteo nazionale, invitiamo tutti caldamente ad esporre dalle finestre, dai balconi il tricolore e ad intonare Bella ciao. In un momento intenso saremo insieme, con la Liberazione nel cuore. Con la sua bella e unitaria energia.

La pagina dell’ANPI nazionale dedicata al 75° anniversario della Liberazione.

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