27 GENNAIO 2020. GIORNATA DELLA MEMORIA
Data pubblicazione: 26-gen-2020 8.32.24
Il 27 gennaio 1945 fu il giorno in cui le truppe sovietiche dell’Armata Rossa abbatterono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz liberando i pochi superstiti rimasti all’interno di esso. Da vent’anni, in questa data, si celebra il "Giorno della Memoria", un modo per ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che hanno rischiato la propria vita opponendosi al progetto di sterminio del popolo ebraico. Il "Giorno della Memoria" è un’occasione per tenere vivo il ricordo di quanto è accaduto e per fare in modo che simili eventi non possano mai più ripetersi. In questa giornata, densa di incontri e manifestazioni, è fondamentale che, soprattutto la scuola, si impegni a tramandare e a stigmatizzare l’orrore dei campi di sterminio e delle leggi razziali, affinché gli studenti di oggi diventino domani cittadini coscienziosi e consapevoli, capaci di essere un argine contro ogni violenza o oppressione. La storia ci ha insegnato che questa giornata non è, e non deve essere, solo una ricorrenza istituita per ricordare e non dimenticare i 15 milioni di persone rimaste vittime dell’Olocausto. Ma che, piuttosto, deve essere monito e motivazione, insegnamento e ispirazione per non reiterare atti di bassa umanità. Perché se è vero che il passato è passato è altrettanto vero, purtroppo, che, passano gli anni ma il presente continua a non migliorare. È un presente che, non sempre con atti eclatanti come l’Olocausto, ci obbliga a fare i conti con quello che siamo. Il presente è una ragazza di diciannove anni che viene insultata, beffeggiata e riempita di sputi perché è cinese. È un bambino bullizzato di dieci anni che si toglie la vita. Forse perché gay, forse perché obeso, forse solo perché introverso. È una barca improvvisata di rifugiati che scappano dalla guerra e muoiono in mare. O subiscono il nostro odio, se sopravvivono. È il pregiudizio costante. Gli occhi puntati su chi è diverso da noi.
Il dovere e la responsabilità della memoria hanno un peso ancestrale che noi tutti dobbiamo portare e che va compreso e condiviso per spezzare questa catena d’odio e affinché si attui pienamente la XII Disposizione della Costituzione (“E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”) e si applichino integralmente le leggi Scelba e Mancino che puniscono ogni forma di fascismo e di razzismo.